Ogni cosa è energia: solo che per comprenderlo dobbiamo porci in un’altra ottica, un’ottica che non ci è usuale.
Tutto dipende dal nostro livello di coscienza, o meglio, il livello di coscienza che dalla nostra anima arriva alla nostra personalità, ovviamente filtrato da ciò che crediamo e/o diamo per scontato! Dare per scontato il modo di vivere in cui ci troviamo immersi non ci aiuterà a comprendere la vita, anzi, così facendo, continueremo a dare energia al solito sistema, alle solite cose, alle solite abitudini, alle certezze, alle aspettative che non si realizzano mai, eccetera, eccetera…
Da migliaia e migliaia di anni l’umanità, seppure in tempi e modi diversi, continua a credere solo nella materia e questo perché la maggioranza beve tutto ciò che gli viene propinato da un vecchio sistema di credenze e di abitudini senza battere ciglio e senza porsi mai alcuna domanda.
Ma che cos’è l’energia?
Che cos’è questa cosa della quale siamo composti, ma che non conosciamo affatto?
«Un pesce e il proprio figlio stavano nuotando tranquillamente nel mare quando, ad un certo punto del viaggio, incontrarono un branco che viaggiava in direzione opposta. Uno di loro, che evidentemente conosceva il padre del piccolo pesce disse «Ciao, com’è l’acqua da queste parti?» «Ottima, ci si muove bene! Farai sicuramente un buon viaggio!» «Buon viaggio anche a voi!» rispose l’altro, e si allontanarono ognuno per la propria direzione.
Padre e figlio, intanto, gongolanti e compiaciuti da quell’incontro, continuarono a viaggiare in silenzio, quando, improvvisamente, il figlio, di colpo, sbottò: «Papà, papà, cos’è l’acqua?»…
Questo breve e semplice racconto ci fa notare quanto siamo scontati e superficiali in merito alla nostra vita e all’ambiente in cui viviamo.
Quindi? Che cos’è questa energia?
L’energia è la sostanza di cui è composto tutto l’universo e per universo intendo le stelle, le galassie, i sistemi solari, i pianeti, la terra, l’acqua, i minerali, i vegetali, gli animali, l’uomo e i suoi pensieri…, insomma, il Cosmo stesso. Ne siamo costantemente immersi, ne facciamo parte, ma, come il piccolo pesce, non ce ne rendiamo conto. Persino il piccolo pesce è più sveglio di noi, perché lui le domande le fa, mentre noi… nemmeno quelle!
E allora perché vediamo le cose come le percepiamo? Perché esiste una materia più o meno densa che possiamo vedere, toccare, gustare, annusare e odorare?
È utile sapere che già il semplice fatto di porsi delle domande ci pone sulla strada giusta e, se avremo pazienza (qualità assolutamente da sviluppare), le risposte arriveranno.
Tutto è energia! La materia in sé non esiste, mentre esiste uno stato dell’Essere che noi percepiamo costantemente (ognuno con il proprio livello di coscienza) attraverso la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto, e il tatto.
Questi sono i sensi di cui il nostro veicolo fisico è dotato ed è unicamente attraverso questi sensi che facciamo esperienza della vita ed è sempre tramite loro che percepiamo l’energia come materia più o meno densa. Se i nostri sensi fossero diversi probabilmente percepiremo la materia in un altro modo, comunque diverso dalla materia che conosciamo, e se ne avessimo altri ancora probabilmente la percepiremo in un modo ulteriormente diverso. Per esempio, quando sviluppiamo l’intuito, percepiamo sensazioni ed emozioni maggiormente ampliate che, poco alla volta, ci portano verso una visione del mondo e della vita che va oltre al sentire comune. Diventiamo sempre più empatici e sviluppiamo un principio di telepatia.
Se ne deduce che questi cinque sensi in dotazione standard sono i più importanti intermediari nella costruzione della nostra visione della vita. Quindi è bene coltivarli e usarli appropriatamente, non così come capita. È bene precisare che le sensazioni prodotte da questi sensi, pervengono al corpo passando dal pensiero dell’interessato, e se questo pensiero non è pulito, è distorto, comunque non è sufficientemente trasparente, in che modo perverranno i messaggi dei sensi a questa persona?
E visto che tutto è energia, che energia ci sarà nell’ambiente in cui vive?
Roberto Calaon