Era un uomo sui quarant’anni, un uomo giovane, in salute e ricco, tremendamente ricco, un uomo dell’alta borghesia Londinese di quell’epoca.
Era proprietario di diverse aziende e di molte tenute, tra le quali una villa bellissima, sfarzosa dove teneva numerose feste. Gli invitati erano sempre persone facoltose e influenti dello stesso ceto sociale. In quelle feste abbondavano aragoste, caviale e champagne. Attorno a lui c’erano sempre belle ragazze succintamente vestite che ammiccavano in continuazione gareggiando tra di loro tra chi appariva la più bella, la migliore, la più desiderabile.
Ma lui ne aveva abbastanza di quella vita, non sopportava più tutta quella ipocrisia, tutta quell’apparenza. Ovviamente non lo dava a vedere, faceva buon viso a cattivo gioco, sorrideva, faceva delle battute senza curarsene troppo, tanto sapeva già che qualunque cosa dicesse non poteva che essere interessante agli occhi degli altri! E giù risate, occhiate compiacenti, cenni di assenso, ecc. Ma era tutto scontato! Non si divertiva più! Tutto quella commedia, però, doveva continuare a tenerla in piedi. perché era di supporto alle sue aziende, ai rapporti finanziari, a tutto quel mondo che ruotava attorno a lui e che. se avesse smesso di alimentare. sarebbe inevitabilmente crollato.
Lui, però, ce l’aveva un motivo per vivere! Era lei, la sua principessa, quella che amava, che desiderava, che non gli bastava mai…
Ma era povera, non faceva parte dell’alta borghesia alla quale lui apparteneva, non poteva presentarla a loro. E in che modo l’avrebbe potuto fare? Lei, nonostante la sua bellezza, non si esprimeva come loro, si sarebbe sentita a disagio e gli altri l’avrebbero massacrata a suon di critiche e di sguardi inappropriati. E anche lui si sentiva a disagio. Per questi motivi non voleva rovinare quei bei momenti.
Era bello vedersi! Solitamente si incontravano di notte due o tre volte alla settimana, giravano nei locali comuni della gente comune (non voleva farsi notare troppo), andavano a dormire in qualche albergo poco conosciuto e, anche se lui girava con la sua Rolls, non era un problema, perché anche altri lo facevano, anche se per motivi diversi.
Ma la storia andava avanti ormai da troppo tempo ed era ora di dare una piega diversa a questo rapporto. Del resto, lui stava bene solo con lei. Solo con lei riusciva ad esprimersi e a dire quello che pensava veramente. E poi c’era l’amore! Un amore così grande che tutto il resto non aveva alcuna importanza! Che gioia! Che felicità! Ogni momento vissuto con lei si trasformava in una carica positiva talmente potente che il giorno dopo nessuna delle sua attività gli pesava. Tutto era a posto, tutto andava magicamente al suo posto.
Eh sì, l’aveva presa la sua decisione. La decisione più importante: quella di portarla finalmente in pubblico, quella di presentarla come la sua donna, la sua metà. Quella per cui nessuno avrebbe osato dire nulla di contrario, perché parlare male di lei sarebbe stato come svalutare lui e questo non era contemplato!
Quindi, con questa intenzione addosso si avviò come tutte le altre volte all’appuntamento con lei. Per non farsi vedere si trovavano solitamente in un sobborgo di Londra, in una zona popolare, ma non malfamata, in un vicolo cieco, dove lui, con la sua Rolls Royce, faceva retromarcia in modo che lei potesse salire senza essere vista.
Anche per lei quell’incontro era speciale, voleva dirgli qualcosa di importante e non vedeva l’ora di incontrarlo. Tra non molto sarebbero stati in tre. Sì, lei era incinta, aspettava un figlio, suo figlio. Era gioiosa e preoccupata al tempo stesso. Come avrebbe reagito? Ne sarebbe stato felice? Il loro idillio sarebbe continuato? Come l’avrebbe presa? Ma lo amava talmente tanto che tutto gli sembrava bello, luminoso! Che emozione, il cuore gli batteva forte. Era finalmente arrivata al vicolo, doveva solo aspettare. Lui sarebbe arrivato a momenti. Ma la gioia, la felicità e l’emozione, considerato anche lo stato in cui si trovava, gli giocarono un brutto scherzo e svenne!
Nel vicolo nessuno la poteva vedere e lei giaceva lì a terra in attesa di risvegliarsi.
Eccolo, era arrivato. Aveva il morale alle stelle e si sentiva esageratamente felice. perché finalmente gli avrebbe detto ciò che meditava da tempo. E fece in fretta, più in fretta che poteva, ma ad un certo punto sentì di aver urtato qualcosa. Qualcosa di solido e al tempo stesso morbido. Frenò istantaneamente l’auto e scese per vedere cosa era successo.
Ma era troppo tardi! Lei era lì, esanime, sotto la ruota della sua Roll Royce e non c’era più nulla da fare! Era totalmente disperato, pianse, le lacrime gli colavano come una pioggia incessante. Ma lei era morta, non c’era più, non poteva più dirgli nulla…
Non sapeva quanto fosse rimasto lì, il tempo non passava mai anche se sembrava velocissimo, non sapeva cosa fare, erano sorti dei forti contrasti in lui. Se avesse chiamato la polizia ci sarebbe stato uno scandalo e le sue aziende… ma non poteva lasciarla lì. Era una situazione impossibile, una situazione alla quale lui, uomo dell’alta finanza, non poteva sottostare. E così affrontò il momento con la massima freddezza possibile e se ne andò lasciando lei, l’amore della sua vita lì per terra e un rimorso potentissimo si impadronì di lui.
Non si seppe mai chi era quella giovane ragazza incinta morta in quel vicolo e non si seppe neppure chi la investì. Certo, qualcuno vide e anche la polizia si fece un’idea, ma nessuno osò parlarne, troppo in alto quell’uomo, non si poteva nominare e come tutte le storie che riguardano la povera gente, sfumò un po’ per volta, finché nessuno ne parlò più.
Passarono gli anni e in quell’uomo, ora non più tanto giovane, quel momento continuava a riproporsi ciclicamente nei suoi pensieri in maniera ossessiva. Quelli che lo conoscevano non riuscivano a capire perché fosse invecchiato così tanto in così poco tempo e non si spiegavano nemmeno perché fosse diventato così spietato negli affari. Sembrava totalmente insensibile ai fatti della vita, per lui contavano solo gli affari, che riusciva a compiere in modo esemplare non facendosi alcuno scrupolo nello schiacciare gli altri pur di emergere. Era una vero e proprio “falco” come si dice in gergo. Ma gli altri non sapevano che questa era la sua maschera, non sapevano che subito dopo la morte del suo amore lui creò una fondazione con il nome di lei per aiutare quanta più gente possibile. Quando le acque si calmarono, infatti, comprò tutto il caseggiato dove sorgeva il vicolo e lì fece la sede della fondazione. Era il suo segreto, nessuno sapeva, nessuno poteva sapere com’erano i suoi veri sentimenti, solo lui e lei lo sapevano, solo lui e lei che continuava a vivere nel suo cuore!
E finalmente, con gli occhi lucidi, mi svegliai!
N.d.A.
Sicuramente non avrebbe potuto continuare ancora per molto in quel modo. Simili nell’animo, ma troppo diversi nella vita. È intervenuto qualcosa che ha posto fine a tutto questo e l’ha fatto in un modo terribile. Qualcosa da espiare relativo a una vita precedente? Sicuramente un fatto che, avrebbe cambiato la vita di quell’uomo avviandolo verso un percorso diverso. A nessuno è dato sapere questo, solo la sua anima ne sarà al corrente e solo lui sperimenterà le proprie azioni perché, come molti hanno ormai intuito, ad ognuno viene dato solo ciò che è in grado di sopportare.
Poteva fare diversamente? Sicuramente! Ma poteva ancora condurre quel tipo di vita. quando tutti avrebbero saputo ciò che aveva fatto? Le variabili sono talmente tante che nessuno di noi può giudicarlo. Nessuno sa veramente cosa sia successo nel suo cuore e nessuno potrà mai portargli via quell’amore bello e pulito che la vita gli aveva offerto. Caro umano, che sei anche tu qui a sperimentare, quando ti fonderai con la tua anima capirai il motivo di quella sofferenza e ti ritroverai ancora con quell’amore perduto prematuramente e, finalmente, sarai felice.
Feci questo sogno la notte dell’8 gennaio 2024 e subito lo trascrissi. Poi, come tutti i testi che mi vengono di getto, rimangono in qualche cartella per un pò di tempo fino a quando, rivedendoli, decido che è ora di pubblicarli. Ma questo no, non mi sembrava adatto a questo sito anche se qui le emozioni e i comportamenti sono argomenti significativi. E decisi di lasciarlo lì. Non so dire il perché, ma, nonostante sia passato più di un anno, a differenza di altri testi, questo mi tornava sempre in mente, come a dire: pubblicami! Ogni volta che lo rileggevo mi prendeva una forte emozione. Nella realtà del sogno ero sia lei che lui e, contemporaneamente, vedevo tutto dall’alto come uno spettatore, come se quell’esperienza fosse stata vissuta da un frattale (individuo) della mia anima attraverso un’incarnazione precedente.
Mah, non so se questo sia possibile, di certo, se lo fosse, non augurerei a nessuno un’esperienza così devastante.
RobertoCalaon