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Non giudicare!

Quante volte abbiamo sentito queste parole! E quanta rabbia ci hanno fatto venire in certi momenti!

Eccoci qua: diciamo la nostra opinione su qualcuno e subito c’è qualcun altro vicino a noi che ci ripete per l’ennesima volta: non giudicare.
Che due scatole! Uno non può nemmeno esprimere la propria opinione che subito qualcun altro ci mette la sua. Magari, pochi minuti prima l’avevamo già detta noi a qualcun altro questa frase! E potremmo andare avanti così all’infinito, perché c’è sempre qualcuno che giudica e qualcuno che, con la scusa di consigliarti, in un modo o in un altro giudica pure lui.

Sono secoli che andiamo avanti in questo modo e se continuiamo così quanti altri secoli ci vorranno per iniziare a capire?

Se giudichi non capisci

Sì, proprio così: se giudichi non capisci. Cosa ne sai tu di quella persona, anche se credi di conoscerla? Cosa sai di quello che sta passando? Delle esperienze che ha avuto? E del modo che ha di affrontarle?
Il suo livello di coscienza o consapevolezza può essere tale da non vedere le cose che ora vedi tu. Le sue reazioni agli avvenimenti ai quali è sottoposta nella vita, visto che non è come te, saranno sicuramente diverse dalle tue. Che siano migliori o peggiori questo è da vedere, perché non c’è nulla di più soggettivo.
Potrebbe essere giunto a quella decisione, che ti da tanto fastidio, perché ciò che è accaduto gli sembrava troppo grande, perché il fatto era per lui ingestibile, perché il suo livello di coscienza non gli consentiva di agire in modo diverso.

Ed è per questo che ha avuto bisogno di quell’esperienza.

E tutto questo vale ad ogni livello della società.
Persone che rubano, persone che tradiscono, persone che uccidono, persone che imbrogliano, persone che mentono, che basano tutta la loro vita sulle bugie rischiando in ogni istante di essere scoperti perché: come possono ricordare tutte le frottole che hanno raccontato?
Tutte queste persone si trovano a vivere vite così difficili, complicandosele ancora di più perché hanno bisogno di fare esperienza. Quell’esperienza che andrà ad arricchire la propria coscienza facendo emergere al loro interno il loro vero essere, la propria anima.

E poi ci sono le persone buone, le persone che aiutano, o che credono di aiutare, perché spesso, invece, hanno solo bisogno di essere considerate, magari sentendosi un po’ superiori a coloro che stanno aiutando, continuando inconsciamente a far crescere il proprio ego.

Non fraintendetemi, ci sono delle persone realmente buone, ci sono eccome delle persone che fanno del bene, ma non le vedi, perché non si fanno notare, non hanno bisogno di primeggiare perché “dentro” sono così. Lo fanno e basta! E questo è sufficiente per loro.
Le altre, invece, quelle che si credono buone, e tutto il resto, quelle giudicano, quelle credono di sapere perché quell’individuo si comporta in quel modo e lo condannano!

Sì, perché il giudizio è a priori una condanna!

Non c’è bisogno che intervenga tu con il tuo personale giudizio spesso dettato dalla paura che le cose non vadano come vorresti, o perché quel giudizio l’hai esternato solo per farti più grande agli occhi degli altri.

Ripeto: non sai nulla di quella persona, non saprai mai perché ha agito in quel modo (spesso nemmeno lui lo sa), abbi compassione, se gli sei vicino confortalo (se te lo permette) e magari dagli fiducia, cosicché lui si possa pian piano esprimere.

E rendendoti partecipe del suo problema senza mostrare alcun giudizio, probabilmente comincerà a comprendere anche lui!



Roberto Calaon