Innergy

L’oggettività è soggettiva

Le persone, le cose, le situazioni sono semplicemente ciò che sono. Prendiamo una comunissima sedia, per esempio: che sia di legno, di metallo, di pelle, bianca, rossa, bella, brutta, comoda o scomoda, è una sedia e basta e serve per sedersi. Tutto ciò che gli mettiamo addosso scaturisce da una personale e soggettiva visione che potrà anche variare in funzione dello stato d’animo in cui ci troviamo. Abbiamo l’abitudine di interpretare tutto in funzione del momento, della nostra conoscenza, del nostro ego, della nostra personalità. Molto spesso anche della nostra convenienza. Questo, ovviamente vale per tutte le situazioni in cui veniamo a trovarci.

Guarda quella ragazza, che begli occhi che ha! Ma non era quello ciò che intendevi.
E quella, come ha fatto ad infilarsi i pantaloni? O sono dipinti?
Quello poi, ha più muscoli che cervello!
Ma ti sembra il modo di camminare?
Perché si veste così? Non capisce che è ridicolo?
Possibile che capitino tutti davanti a me?
Ma si rende conto che è in mezzo alla strada e che sta intralciando il traffico?
Eccola, ce l’ha solo lei!
Certo, degli occhiali migliori avrebbe anche potuto trovarli!

    Potremo andare avanti all’infinito, una caterva di critiche tutta riservata agli altri non prendendo mai in considerazione il nostro stato.
    Noi, che sicuramente, per gli altri, siamo lo stesso oggetto di critica, ma non ce ne rendiamo minimamente conto.
    Noi che ci lamentiamo perché le cose non vanno come vorremmo e che abbiamo una quantità infinita di aspettative, perché dagli altri ci aspettiamo sempre qualcosa e, chissà perché, non dobbiamo mai niente a nessuno.

    Mah!

    E continuiamo ad interpretare situazioni che, se lasciate stare, se lasciate come sono, seguiranno semplicemente il loro corso senza infastidire nessuno. E per quanto riguarda coloro che si vestono in quel modo, che camminano in quel modo che ce l’hanno solo loro o che mostrano più muscoli che cervello, non sentendosi criticati e contemporaneamente, non sentendosi così “speciali” perché nessuno li nota, smetteranno pure di agire in quel modo e inizieranno a vedersi apprezzandosi per ciò che sono e non per ciò che vorrebbero essere.

    E questo succederà anche a te.

    Quindi, prima la smettiamo con critiche oggetto di interpretazioni inconsulte e momentanee  e prima diventeremo consapevoli che è sufficiente una bella parola nei nostri confronti per farci cambiare subito modo di essere.
    Diventiamo disponibili, aperti, simpatici e sorridenti: è questo lo stato ideale per noi!
    Questo è il modo in cui impariamo a migliorarci, imparando pure a migliorare il nostro rapporto con gli altri.
    Non dimentichiamo che la gioia e la felicità (qualità innate in noi) ci migliorano la vita!

    Attenzione, presenza di sé e consapevolezza, gli ingredienti sono sempre gli stessi, ma, se vogliamo accelerare le nostre esperienze dobbiamo iniziare ad utilizzarli questi ingredienti, per evitare la soggettività dell’oggettivo.



    Roberto Calaon